Sono tanti in questo momento gli imprenditori che si pongono questa domanda a causa dell’interruzione della propria attività.
Tra i provvedimenti emanati dal Governo, il decreto legge n. 18/2020 prevede un credito di imposta pari al 60% del canone di marzo 2020 per la locazione di “negozi e botteghe”.
Il decreto legge prevede anche la sospensione dei canoni di affitto per federazioni, società associazioni sportive per la concessione in affidamento di impianti sportivi pubblici, che dovranno però essere saldati entro il 30/06/2020 oppure in 5 ratei mensili dalla stessa data.
Tali norme devono essere ancora convertite in legge dal Parlamento (entro 60 giorni dalla emanazione del decreto) e non sappiamo se, in sede di conversione, verranno apportate delle modifiche.
In ogni caso, a nostro parere, la pandemia Covid 19 costituisce un “avvenimento straordinario e imprevedibile” che, alla luce dei provvedimenti in questione, rende impossibile all’imprenditore il godimento del negozio, della bottega, ma anche dell’ufficio, fatte comunque salve le attività consentite dalla normativa d’urgenza.
Ne consegue che, facendo ricorso ai principi generali stabiliti dal codice civile, non solo l’imprenditore non può essere ritenuto responsabile del ritardo nel pagamento del canone, e quindi per ipotesi può validamente opporsi all’eventuale sfratto richiesto dal proprietario per la morosità di marzo.
Ma, a nostro parere, riteniamo che l’imprenditore conduttore dell’immobile possa anche richiedere:
– la sospensione del pagamento dei canoni di locazione fin quando non risulti nuovamente possibile il godimento dell’immobile; o addirittura
– la risoluzione del contratto di locazione qualora la sua durata sia limitata al periodo interessato dai provvedimenti in questione (si pensi alla locazione temporanea di uno stand di una fiera annullata a causa della pandemia).
In ogni caso, resta ovviamente salvo uno specifico accordo con il proprietario che potrebbe accordare una riduzione del canone oppure una interruzione nel pagamento per il periodo interessato dall’emergenza.
Per ogni ulteriore informazione scrivete a studio@pennisi.it
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